Italia: La Locride piange il suo più grande artista: ciao, Nik

Italia: La Locride piange il suo più grande artista: ciao, Nik

In un caldo pomeriggio di fine estate è giunta una notizia che ci ha lasciato senza parole. Ieri il grande artista Nik Spatari è venuto a mancare, l’artista dagli occhi buoni, forse anche incompreso, vanto della Calabria, ci ha lasciati, aveva compiuto 91 anni lo scorso 16 aprile, essendo nato a Mammola nel 1929. Nik ha iniziato a fare l’artista da bambino, un po’ per gioco, vincendo a 7 anni il premio “Patto d’acciaio” disegnando un orso bianco con tanto di falce e martello in fuga, inseguito dalle tre bandiere dell’alleanza. Nel 1940, a causa di un trauma causato da una bomba, perse l’udito e proseguì il suo percorso formativo da autodidatta, trovando rifugio e conforto nei suoi disegni, continuando a dipingere sui muri delle case distrutte dalle bombe durante la guerra, con lo scopo di esprimere il suo dolore causato da quell’immane tragedia. A 26 ottenne un secondo riconoscimento, il premio Zagabria, con “Le giornate di Budapest”, un grande successo che porterà Eugenio Montale a scrivere di lui su “Il Corriere della Sera”. Il mondo iniziò ad accorgersi di questo artista, tanto che fu invitato dall’ambasciatore inglese di Roma e a Berlino per realizzare dei poster a favore della primavera ungherese. Un’altra fase importante è stato il trasferimento a Parigi, in cui conobbe Picasso, Le Corbusier, Jean- Paul Sartre. Fu durante uno di questi incontri che Jean Cocteau, l’accademico di Francia, gli rubò una tela lasciandogli un biglietto in cui si potevano leggere queste parole: “Non ho resistito”. La cosa finì sui giornali e Nik divenne improvvisamente famoso anche per il grande pubblico. Parigi, una città magica, gli ha regalato anche l’incontro con la donna della sua vita, Hiske, con la quale ha creato un sodalizio entusiasmante durato per tutta la vita. La coppia, dopo Parigi, si trasferì a Milano, per poi decidere di ritornare in Calabria. Nella nostra regione, nel 1969, realizzarono insieme a Mammola il museo “Musaba”, simbolo della vera arte. Non sempre sono stati capiti dalle istituzioni, ma Nik è sempre stato convinto che le future generazioni capiranno la sua arte, più dei suoi contemporanei. Ciao Nik, grazie per il contributo prezioso che hai lasciato alla nostra Regione e al mondo, con la tua splendida arte rimarrai per sempre in questa terra.

 

fonte larivieraonline.com